FOTOGRAFIA: James Hayman.
MONTAGGIO: Jill Savitt, Camilla Toniolo.
MUSICHE: Carter Burwell.
PRODUZIONE: KAZ KUZUI, HOWARD ROSENMAN.
DISTRIBUZIONE: FOX (1994) - 20th CENTURY FOX HOME ENTERTAINMENT.
PAESE: USA 1992.
GENERE: Horror, commedia.
DURATA: 83 Min.
FORMATO: Colore.
VISTO CENSURA: 14
Buffy (Kristy Swanson) è una ragazza priva di particolari qualità che scopre, grazie all’intervento del misterioso Merrick (Donald Sutherland in un ruolo che, forse, Peter Cushing sarebbe riuscito a rendere credibile), di essere la predestinata a cacciare i vampiri che stanno diffondendosi nella sua città, Los Angeles. Grazie a un corso concentrato (prevalentemente in ruota libera, arti marziali e ginnastiche varie che, come si sa, sono da sempre essenziali nella lotta contro i vampiri), Buffy diventa abile e arruolata. Nel frattempo prende coscienza che le sue amiche sono frivole e al suo fidanzato preferisce lo scoppiato Oliver (Luke Perry) che lavora come meccanico. Tutti i personaggi in questo film sono antipatici, banali o irrilevanti: si arriverebbe a sperare che vincano i vampiri se non fosse che anche loro sono ben poco interessanti. Il loro capo è Lothos (Rutger Hauer, che non sembra provare molto interesse per il film, e come dargli torto?) che, dopo aver ucciso con grande facilità Merrick sotto gli occhi di Buffy, viene da questa affrontato con decisione al termine di un assalto dei vampiri al ballo della scuola. Il film non sa da che parte andare: non fa ridere, non è horror, non ha suspense. Tutto è prevedibile. Il tono è incerto tra il serio e il faceto, producendo anche delle autentiche stranezze come la morte del luogotenente di Rutger Hauer che, impalato da Buffy, fa il gigione in modo apparentemente comico lasciando pensare che non sia davvero morto (e invece lo è per davvero). Il tutto senza un vero motivo. Tra le attrici si nota, in una piccola parte, Natasha Gregson Wagner. Nel cast ci sono anche Hilary Swank (Milion Dolar Baby) e David Arquette (Vedi Scream). C’è da capire che sia stato un flop. Da premiare invece chi è riuscito a capire che in un fallimento come questo c’era il materiale su cui costruire una serie televisiva di successo (durata dal 1997 al 2003).
