Sarah Michelle Gellar

Joyce's Bio

« Older   Newer »
  Share  
.vero.
view post Posted on 5/9/2010, 10:57




Quasi sempre presente nelle prime cinque stagioni di Buffy, ed apparsa sporadicamente anche nelle stagioni successive, Joyce è uno dei personaggi ricorrenti più longevi del Buffyverse, forse non certo tra i più considerati, ma dotata di un indubbio spessore e capace di una significativa evoluzione nel corso delle stagioni.

Quel che sappiamo della sua vita pre-Sunnydale parte dall'inizio dell'attività di Cacciatrice di Buffy: ovviamente ignara della sua seconda vita, Joyce non può sapere che la figlia torna a casa a notte fonda e che combina pasticci perché impegnata a combattere il male, e crede quindi che tutti i problemi derivino da una semplice tendenza a cacciarsi nei guai. Ecco allora che iniziano le liti, sia con Buffy che con il marito Hank.
Presto arriva addirittura il divorzio, e dopo che Buffy viene espulsa dalla Hemery High per aver incendiato la palestra, l'unica soluzione sembra essere quella di farle cambiare aria trasferendosi a Sunnydale, dove inizia a gestire una galleria d'arte.
Le cose non sembrano comunque migliorare di molto, visto che la vita di Buffy continua ad essere piuttosto turbolenta.

Sin dall'inizio Joyce ci viene presentata come una madre che cerca in ogni modo di capire cosa stia succedendo nella vita della figlia, come mai sia cambiata così tanto, e le qualità che ci vengono subito mostrate sono il suo ottimismo e la sua speranza.

E' inoltre una madre piena di attenzioni e dispensatrice di buoni consigli:
...e non sono rare le occasioni in cui la vediamo semplicemente dare un'occhiata alla figlia per capire che c'è qualcosa che non va.
Ma nonostante tutti i suoi sforzi, rimane sempre un ostacolo insormontabile: Buffy è una Cacciatrice e Joyce non lo sa.
Ed è a causa di questo elemento misterioso che Joyce si trova sempre su un livello di comunicazione diverso da quello di Buffy, cosa che comporta una certa dose di insicurezza nel suo ruolo di genitore.
Questo muro nella comunicazione tra Joyce e Buffy porta la prima a sentirsi spesso un'estranea nella vita della seconda: non capisce cos'abbia portato Buffy a chiudersi in sé stessa e a diventare così elusiva, ma anche se finisce spesso per venire a conoscenza del tutto casualmente di eventi solitamente rilevanti nella vita di una figlia, non si dà per vinta, nonostante la frustrazione.

Questo clima di tensione tra le due finisce per esplodere in Becoming pt. II: dopo aver visto Buffy polverizzare un vampiro proprio davanti ai suoi occhi, Joyce si stanca dei silenzi e dell'elusività della figlia e pretende che questa le dia una spiegazione una volta per tutte.
La spiegazione è quindi arrivata, ma Joyce, troppo sconvolta per accettare una tale realtà, nella foga del momento dà un ultimatum a Buffy.
Come ben sappiamo, Buffy da quella casa uscirà, e Joyce si pentirà con tutto il suo cuore delle ultime parole rivolte alla figlia. Passerà infatti tutta l'estate a macerare nel senso di colpa, a trovare capri espiatori per la fuga di Buffy, a cadere nel vizio dell'alcool.

Ma Buffy ritorna, e ora che non ci sono più segreti: Joyce ha la possibilità di rimediare al suo errore e a ricostruire quel rapporto che da tempo si era incrinato.
Ed è su questo che si basano le dinamiche madre/figlia nella terza stagione, in cui vediamo una graduale accettazione del ruolo di Cacciatrice di Buffy da parte di Joyce.
Il processo è comunque lento, e si presentano molte occasioni in cui la donna cerca di tenere lontana Buffy dai suoi doveri, come consigliandole di affidare esclusivamente a Faith il ruolo di Cacciatrice.
Il comportamento di Joyce non è affatto repressivo: è invece il normale comportamento di una madre che vuole proteggere la propria figlia dal mondo, dal male che la circonda.
L'essere coinvolta in molte delle (dis)avventure di Buffy la portano comunque a capire che la figlia ha già imparato perfettamente a difendersi dal pericolo che ogni giorno incombe si di lei. E presto arriva per Joyce quel momento in cui, come nella vita di ogni genitore, bisogna smettere di proteggere il proprio figlio e lasciarlo andare, fidandosi delle sue capacità di affrontare da solo la vita.

Ormai adulta a tutti gli effetti, e alle prese con una nuova vita tra il college e le ricerche sull'Iniziativa, Buffy trascura un po' la madre nella quarta stagione: il fatto che Faith rinfacci a Joyce in This Year's Girl che Buffy l'ha dimenticata non sembra del tutto campato in aria, soprattutto alla luce del simbolico dialogo di Restless:

Nonostante ciò, il suo personaggio ritorna in primo piano nella quinta stagione in cui, essendo trattata ampiamente la tematica della famiglia, la sua figura non poteva venire esclusa. Sono finiti i tempi delle liti e delle incomprensioni: ormai Joyce è un simbolo di stabilità, è il collante che tiene unita la famiglia, a cui ora si è aggiunta anche Dawn. Tutta la sua saggezza ci viene mostrata proprio nel rapporto con Dawn: alla scoperta che questa non è la sua vera figlia, Joyce non batte ciglio, ed è anzi lei a fugare ogni dubbio di Buffy a riguardo.

Mai come in questa stagione vengono mostrate le dinamiche del rapporto tra le donne Summers e la loro unione. Sfortunatamente, l'elemento unificante non è positivo: Joyce ha un cancro al cervello.
Cerca di non farlo pesare sulle figlie, e anche quando la cosa si farà realmente grave il primo pensiero di Joyce sono Buffy e Dawn, a cui offre sempre speranza e forza di volontà.

Joyce riesce a guarire, ma come spesso in Buffy, le situazioni consolatorie tendono a non durare molto, e la donna viene uccisa da un aneurisma cerebrale. La sua è una morte a cui il telefilm non ci ha abituato. E' reale, dura, diretta. Non è causata da demoni o vampiri: è semplicemente la vita, come mostra lo splendido The Body. Finora le morti in Buffy erano state per lo più di vittime anonime, ma ora è diverso: ad andarsene è un personaggio che tra Cacciatrici, streghe, demoni, è forse quello che più rappresenta il calore, la quotidianità. Per questo, non solo la morte di Joyce è un'occasione per dimostrare la sua umanità in un mondo che di umano sembra avere ben poco, ma soprattutto per descrivere la vera essenza della morte, la sua irrazionalità, l'impossibilità di trovarne un senso. Ma anche per dimostrare come Joyce fosse un punto di riferimento per tutti: una persona con un sorriso e una buona parola per ognuno, anche per Spike.

Ora Buffy deve prendere il suo posto, e affrontare la vita come Joyce faceva ogni giorno.

Anche dopo la sua morte, saranno queste le qualità di Joyce che verranno sempre mostrate: sono infatti le sue parole a dare a Buffy, inconsapevolmente, la forza per uscire dal mondo illusorio di Normal Again, o a darle indizi in sogno sulla venuta del First Evil (il Primo Male). E persino il First Evil stesso, con le sembianze di Joyce, appare come una sorta di profeta per Dawn, anticipandole il comportamento che Buffy avrà nei suoi confronti prima della battaglia finale.
 
Top
0 replies since 5/9/2010, 10:57   26 views
  Share